(Aosta)ore 16:23:00 del 05/12/2018 - Classe: , Ambiente, Denunce, Salute, Scienze
"Negli ultimi mesi mi sono documentato sulle cure naturali, e su come il sistema delle big pharma, che hanno il controllo assoluto della sanità, della medicina, della ricerca, riescono a mettere fuori gioco le cure naturali. E’ un tema così vasto, che meriterebbe la scrittura di un libro di 1.000 pagine, pertanto in questo articolo cercherò di riassumere i punti essenziali, fornendovi spunti per approfondire le ricerche, se vi interessa l’argomento."
E’ una cosa “normale”, ovvia. Ma la pericolosità viene strumentalizzata per eliminare la pianta. Sarebbe come vietare il caffè, perché se ne bevi due litri rischi di morire. Un medico ha analizzato numerose “piante proibite”, scoprendo che quasi tutte avevano spiccate proprietà terapeutiche.
FARMACI NATURALI CHE NON FUNZIONANO
Gli scaffali delle farmacie e anche dei supermercati sono pieni di prodotti naturali. Che non funzionano, o se funzionano, in modo molto blando, nettamente inferiore ai farmaci chimici.
E costano il doppio. Io stesso, alcuni anni fa dopo aver provato un decongestionante nasale che non funzionava (e lo pagai 14€, contro i 6-7 del farmaco chimico) e una pomata all’arnica che non mi produsse praticamente nessun miglioramento al ginocchio, decisi di non acquistare più prodotti di questo tipo. Quando mi venivano proposti, ero preclusivo e diffidente, dopo aver buttato via soldi per nulla per due volte.
Mettere in commercio “farmaci naturali” che non funzionano, oltre a consentire alle big pharma di entrare nel mercato dei prodotti naturali, ed intercettare anche questa categoria di consumatori, è un ottimo metodo per denigrare e disincentivare le cure naturali. Che invece esistono e funzionano.
Non solo: molte specialità medicinali, non sono altro repliche chimiche di principi attivi presenti in natura. Ma essendo chimici, sono brevettabili e ben controllabili.
CENSURA ED ESCLUSIONE DAL MERCATO
Dei rimedi naturali fino a qualche anno fa, non parlava nessuno. Non c’era nessuna ricerca sulla materia, non c’era informazione.
In questo modo non si crea mercato. Se tuttavia un prodotto dovesse emergere – perché il suo utilizzo è tradizionale, oppure perché gli effetti benefici emergono anche con il semplice “passaparola tra amici”, ovviamente nel giro di molti anni – a quel punto le big pharma non esitano a mettere le mani sul prodotto.
Un caso di questi, è l’aloe vera. Una pianta che ha realmente numerose proprietà benefiche.
Ormai si trova persino ai supermercati, in confezioni industriali, spesso con l’aggiunta di coloranti, conservanti, aromi artificiali e una buona dose di zucchero per rendere “appetibile” una pianta che ha un sapore vicino alla cipolla, non proprio gradevole per uso ricreativo. In questo modo, hanno denaturato e condotto sul binario del business e del consumismo pure l’aloe vera.
Che funziona, ma ci vuole il gel fresco, oppure preparati che ne rispettino la natura, e senza additivi nocivi. Per non parlare delle creme all’aloe piene di paraffina e altre sostanze chimiche, nelle quali l’unico aloe è quello disegnato sulle confezioni. Molte persone che assumono aloe, lo fanno con prodotti che di naturale, e magari di benefico, hanno ben poco.
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